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Collane«Signori di Romagna» Gli Ordelaffi. Signori di Forlì e Cesena
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Pagine 392
Sarebbe riduttivo legare il nome degli Ordelaffi alla sola storia forlivese e cesenate: essi furono al centro della vita politica e militare dell’intera Romagna per oltre due secoli, come punto di riferimento per le maggiori potenze dell’Italia medioevale. La loro storia si intreccia con quella delle grandi signorie e dei principati della penisola, mantenendo pur sempre un carattere ben definito e, rara nel tardo medioevo italiano, un’incrollabile coerenza. Ghibellini sempre, laici nel senso più moderno del termine, amati dal popolo, combattenti ma anche uomini di pace, seppero generare figure immortali come Scarpetta, Francesco il Grande, Pino III ed ebbero accanto donne straordinarie quali Cia degli Ubaldini, l’intrepida amazzone che difese la vecchia rocca di Cesena, e Barbara Manfredi, il cui tragico destino ancora oggi affascina e fa discutere i ricercatori. Tuttavia non perseguirono quella visibilità che giovò invece a tanti personaggi contemporanei, molte volte di minore spessore. Basti pensare al tenace lavoro di autocelebrazione di altre famiglie signorili, i cui volti e i cui stemmi conobbero lo scalpello e il pennello dei maggiori artisti dell’epoca e la cui grandezza è ancor oggi misurata non solo, ma anche sulla grandezza di questi ultimi. Così, di loro, rimangono pochissimi ritratti. Ciò che si propone questo libro è soprattutto di restituirne i ritratti almeno con la parola, là dove ormai è perduta l’immagine, salvaguardando il percorso avventuroso di una genealogia straordinaria.
Sarebbe riduttivo legare il nome degli Ordelaffi alla sola storia forlivese e cesenate: essi furono al centro della vita politica e militare dell’intera Romagna per oltre due secoli, come punto di riferimento per le maggiori potenze dell’Italia medioevale. La loro storia si intreccia con quella delle grandi signorie e dei principati della penisola, mantenendo pur sempre un carattere ben definito e, rara nel tardo medioevo italiano, un’incrollabile coerenza. Ghibellini sempre, laici nel senso più moderno del termine, amati dal popolo, combattenti ma anche uomini di pace, seppero generare figure immortali come Scarpetta, Francesco il Grande, Pino III ed ebbero accanto donne straordinarie quali Cia degli Ubaldini, l’intrepida amazzone che difese la vecchia rocca di Cesena, e Barbara Manfredi, il cui tragico destino ancora oggi affascina e fa discutere i ricercatori. Tuttavia non perseguirono quella visibilità che giovò invece a tanti personaggi contemporanei, molte volte di minore spessore. Basti pensare al tenace lavoro di autocelebrazione di altre famiglie signorili, i cui volti e i cui stemmi conobbero lo scalpello e il pennello dei maggiori artisti dell’epoca e la cui grandezza è ancor oggi misurata non solo, ma anche sulla grandezza di questi ultimi. Così, di loro, rimangono pochissimi ritratti. Ciò che si propone questo libro è soprattutto di restituirne i ritratti almeno con la parola, là dove ormai è perduta l’immagine, salvaguardando il percorso avventuroso di una genealogia straordinaria.