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Romagna misteriosa. Storie e leggende di mare e di costa
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Non si conoscono molti elementi relativi alla cultura marinara e portolotta della Romagna, perché essa è sempre stata considerata minoritaria e marginale, all’interno di un contesto regionale caratterizzato da prevalenti attività e culture contadine. Al di là di ciò, la gente di mare conduceva un’esistenza in cui i pericoli e le insidie erano forti e frequenti, e questo portava con sé preoccupazioni, timori e di conseguenza un immaginario e un bagaglio narrativo e folklorico particolari.
Il mare rappresentava, per la mentalità, l’immaginario e la cultura del passato, un «altrove» non solo materiale e naturale, ma anche mitico, sacro, enigmatico; una dimensione dalle infinite e arcane potenzialità e connotazioni, travalicanti le geografie del prosaico e del conosciuto. È dal mare che nei miti, nelle storie e leggende, nella religiosità delle genti costiere, comprese le nostre, si raccontava fossero giunti a riva segni e prodigi, colonizzatori e fondatori, santi e reliquie, elementi del soprannaturale e del sacro, che poi entravano a far parte della specificità e del vanto delle comunità litoranee, della loro storia, del loro tessuto devozionale, del loro blasone sia sacro che profano. Non è raro trovare, nelle storie di fondazione di città marinare o di costruzione di edifici sacri, il ricorso a temi leggendari legati a scampati pericoli in caso di tempeste e di voti fatti in proposito, o inerenti l’approdo – dovuto al destino o a un volere “alto” - di qualcosa o qualcuno di molto particolare.
Allo stesso tempo, fra realtà e narrazione, è frequente imbattersi in storie riguardanti terribili burrasche, vascelli fantasma, mostri marini e pesci straordinari, visioni ed esperienze inconsuete, pericoli veri e terrori fantastici. Né mancano tradizioni e ritualità che hanno il mare come scenario o come principale protagonista.
Un universo poco conosciuto e affascinante che in questo libro viene per la prima volta, relativamente alla Romagna, indagato e raccontato nel suo insieme.
Il mare rappresentava, per la mentalità, l’immaginario e la cultura del passato, un «altrove» non solo materiale e naturale, ma anche mitico, sacro, enigmatico; una dimensione dalle infinite e arcane potenzialità e connotazioni, travalicanti le geografie del prosaico e del conosciuto. È dal mare che nei miti, nelle storie e leggende, nella religiosità delle genti costiere, comprese le nostre, si raccontava fossero giunti a riva segni e prodigi, colonizzatori e fondatori, santi e reliquie, elementi del soprannaturale e del sacro, che poi entravano a far parte della specificità e del vanto delle comunità litoranee, della loro storia, del loro tessuto devozionale, del loro blasone sia sacro che profano. Non è raro trovare, nelle storie di fondazione di città marinare o di costruzione di edifici sacri, il ricorso a temi leggendari legati a scampati pericoli in caso di tempeste e di voti fatti in proposito, o inerenti l’approdo – dovuto al destino o a un volere “alto” - di qualcosa o qualcuno di molto particolare.
Allo stesso tempo, fra realtà e narrazione, è frequente imbattersi in storie riguardanti terribili burrasche, vascelli fantasma, mostri marini e pesci straordinari, visioni ed esperienze inconsuete, pericoli veri e terrori fantastici. Né mancano tradizioni e ritualità che hanno il mare come scenario o come principale protagonista.
Un universo poco conosciuto e affascinante che in questo libro viene per la prima volta, relativamente alla Romagna, indagato e raccontato nel suo insieme.
