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Il sito è stato completamente rinnovato. Avvertiamo autori e lettori che stiamo reinserendo tutti i titoli
a cura diGian Ruggero Manzoni e Enrica Tampieri ManzoniCon le pubblicazioni inerenti l’arte romagnola “del creare cibi” ho voluto dare il mio contributo alla conoscenza della storia gastronomica, e non solo, della nostra terra oltre che accontentare i numerosissimi cultori della vecchia cucina tradizionale di Romagna, qui e là quel tanto da me rivista sempre per migliorarla, e questo nel ricordo di mio nonno Giovanni e di mio padre Ruggero, stupendi buongustai, fini enogastronomi e “inventori” di pietanze, e di mia madre Olimpia Isolina, magnifica cuoca, dai quaderni di cucina e ricettari dei quali ho tratto ciò che ho scritto sui “mangiari”, riportandovelo quasi del tutto inalterato, cioè così come si vergava...
I litorali della Romagna, che oggi sono luoghi di vacanze e divertimento, sono stati per secoli una pericolosa frontiera frequentata anche da pirati e corsari: una presenza che, contrariamente a quanto suggerisce l’immaginario di molti, ha riguardato non solo mari lontani, ma anche il Mediterraneo, del quale l’Adriatico è parte integrante e significativa. Le comunità costiere e portuali della Romagna hanno dunque dovuto misurarsi in passato con fenomeni come le continue incursioni di “uscocchi” e “barbareschi”, con razzie di cose e di persone e con la “guerra di corsa” che ha caratterizzato per alcuni secoli lo scontro tra l’Impero Ottomano e gli stati mediterranei ed europei, con importanti riflessi sociali,...
Si compie dunque la trilogia di “Cesena di una volta”, con il terzo volume a lungo atteso da chi frequenta assiduamente la pagina Facebook e i social, ma anche da chi desidera leggerne i contenuti su un supporto cartaceo, da conservare sugli scaffali della libreria. Non si finisce mai di curiosare nella storia e nelle storie della città: ad ogni pagina appare un personaggio, una pietra, un volto o un ricordo struggente.Sorprende il rinnovato desiderio di riconoscersi negli spazi di un territorio che muta e si rinnova nei decenni, pur mantenendo una forte identità, un orgoglio di appartenenza, anche e soprattutto da parte di chi vive lontano da Cesena ma si aggrappa tenace ai ricordi, che trova quotidianamente nei...
A Ravenna e in Romagna succede di tutto e se non ci credete leggete queste nuove storie che Franco Gàbici ha scritto sulla scia del precedente C’era una volta… a Ravenna. Può accadere, infatti, che un avvocato prenda fuoco mentre pedala sulla sua bicicletta oppure che nel prestigioso Teatro Alighieri si esibiscano una bambina di appena nove anni che agita dal podio la bacchetta e un gondoliere veneziano che declama Dante. E, a proposito di Dante, lo sapevate che se oggi Ravenna è orgogliosa di conservare le ossa del Sommo Poeta lo deve a un ragazzino che frequentava il Ginnasio? E la “piadina”? La nostra è una terra dove per tradizione la politica accende gli animi e dà origine a dibattiti che nessuno immagina,...
Nel 1988 per l’ultima volta il portone della chiesa ravennate di Santa Croce si aprì per ospitare una squadra di archeologi che sotto la guida di Sauro Gelichi e con l’aiuto di un gruppo di operai, affrontò l’indagine di uno degli ultimi testimoni di terreno sopravvissuti dagli anni ’70 nel vano coperto del complesso. Nove mesi di lavoro, con alcune soste, che portarono a importantissime scoperte e in primis alla identificazione di un tipo di stoviglie all’epoca difficilmente collocabile nella articolata classificazione della produzione ceramica, che proprio dalla chiesa ravennate prende oggi il nome di “tipo Santa Croce”. La complessità dello studio della stratigrafia e dei materiali individuati non rese...
Il libro, arricchito da testimonianze inedite e documenti esclusivi, racconta la vita straordinaria di Quintino Sicuro, a muovere dal suo arruolamento nel Corpo della Guardia di Finanza («la sua seconda famiglia»), avvenuto il 25 maggio 1939. Si tratta di un percorso segnato dalla guerra, dalla Resistenza, da scelte difficili e sofferte, come quella di lasciare la divisa delle “Fiamme Gialle”, che lo condurranno all’incontro con Dio nel suo amato Eremo di Sant’Alberico: un susseguirsi di fatti, intuizioni, incontri e sfide che hanno reso la sua esistenza una continua avventura, sempre accarezzata dalla mano della Madre Celeste. Conoscere la figura di Don Quintino Sicuro significa spogliarsi della divisa umana e...
In una pagina d’apertura, Denis Pasolini – romagnolo per nascita e formazione, romano nello svolgersi della sua professione di guida turistica – indica come obiettivo del libro il «raccontare le storie, i personaggi, gli aneddoti che accomunano» la Romagna e Roma, geograficamente separati «ma che attraverso i secoli si sono resi protagonisti di avvenimenti così collegati tra loro da renderli per certi versi l’uno l’estensione dell’altro». E aggiunge: «Questo libro non vuole essere un mero resoconto degli eventi e dei personaggi che hanno accomunato queste terre, bensì vuole raccontare le tracce che questi avvenimenti hanno lasciato fino ai nostri giorni: non un libro “tecnico” ma volutamente “leggero” per...
Storie e leggende della Romagna del XX secolo: il podestà di Bellaria alla ricerca di ebrei da perseguitare all’indomani della promulgazione delle leggi raziali; Nikola Tesla in riviera alla scoperta di fonti alternative di energia; i cambiamenti di vita per gli abitanti della costa dopo l’entrata in vigore della legge Merlin; i “vitelloni” spiegati a un bambino; e ancora: storie di amanti, di tradimenti, di vite al limite della legalità in una Romagna come (forse) non ve l’hanno mai raccontata!
Iris Versari. Una biografia partigiana ha il pregio di creare una narrazione emozionante, propria della fiction, all’interno di una fedele e minuziosa ricostruzione storica. Con un lavoro straordinario di indagine sul territorio e negli archivi, la scrittrice Sandra libera la partigiana Iris dalla leggenda, restituendole il ruolo che le spetta nella Storia (quella con la S maiuscola): Bellini rilegge i racconti e le testimonianze dei sopravvissuti e ricompone i fatti riuscendo a restituirci la “vita civile” di Versari e il mondo contadino romagnolo in cui affonda le radici, a dimostrare le vere cause che la spinsero a partecipare attivamente alla lotta partigiana, a raccontarne le vicende all’interno della guerra...
“Sussurri di siti silenti 2” propone un viaggio alla scoperta di quindici luoghi abbandonati della Romagna, a volte superandone brevemente i confini, allo scopo di dare voce a posti dimenticati o mai conosciuti dai più. È un viaggio nei siti, ma anche nella memoria, attraverso il racconto e il vissuto di chi li ha abitati. Ogni viaggio viene raccontato attraverso le visite dell’autrice, documentato dalle immagini di ieri e di oggi, arricchito dai dati storici e dalle narrazioni dei protagonisti che hanno vissuto e amato i luoghi descritti. Sono storie di vita quotidiana, che permettono di tornare alle radici delle tradizioni e del folklore romagnolo. Ogni sito ha un’anima, regalatagli da chi l’ha edificato,...
Pochi fenomeni culturali sono stati diffusi in ogni epoca e ad ogni latitudine come quelli della magia e della stregoneria. E nessun fatto storico è forse enigmatico come quello relativo alle complesse motivazioni e dinamiche della «caccia alle streghe» che interessò in modo drammatico l’Europa e non solo. Ma chi erano i sospettati di stregoneria, e come si arrivò alla persecuzione che causò centinaia di migliaia di vittime? Chi erano le streghe e gli stregoni per la cultura dotta e per quella popolare? A livello mitico, spesso venivano identificate come «streghe» le anime dei morti che la religiosità precristiana credeva potessero irrompere nella dimensione terrena in certe occasioni. A livello storico e...
Una trama romanzesca con quattro omicidi, realmente accaduti a Ravenna tra il 1946 e il 1951, concatenati tra loro da un commissario di Polizia sotto copertura, quasi a dimostrare la presenza di una linea di sangue difficile da provare ma alquanto verosimile. Storie di eroi o di carogne? Di certo un ginepraio, anzi un labirinto, capace però di contribuire alla ricostruzione delle nostre biografie individuali e collettive, grazie alla riscoperta di personaggi veri che hanno vissuto in un’epoca difficile che li ha costretti a muoversi in scenari storici più ampi e più complessi di loro.
Tracce e Semi è il racconto di una esplorazione: un lungo e partecipato lavoro di esplorazione nei territori del teatro e delle sue possibili pratiche, oltre lo spettacolo; ma anche esplorazione di un territorio sociale e geografico attraverso la sua cultura materiale, la storia e i documenti, le tradizioni e il presente. Nel caso specifico il territorio esplorato è quello di Bagnacavallo, indagato attraverso i progetti della Bottega dello Sguardo e il dialogo fra testimonianza e rappresentazione, invenzione e lettura dei documenti, in prima istanza quelli dell’Archivio Storico Comunale. Questo percorso è guidato da alcuni fondamentali del lavoro teatrale: costruzione del personaggio, composizione drammaturgica,...
Nel centro storico di Faenza, piazza Martiri della Libertà rappresenta una situazione anomala: non è la conseguenza dei bombardamenti bellici come piazza Due Giugno, bensì l’opera preliminare alla costruzione di un grande Mercato coperto, mai realizzato. Questo spazio urbano privo di una forte identità architettonica è però vivo e vitale, grazie alla gente che ogni giorno popola il mercato e frequenta le numerose botteghe e locali posti tutt’intorno.La grande piazza è dominata dalla mole del palazzo del Podestà, la cui storia è altrettanto ricca di interventi sbagliati e incompiuti.Questo libro racconta sia la storia della piazza sia quella del palazzo, essendo vicende fortemente intrecciate. È stata trattata in...
Ricette rielaborate da Claudia Fanciullo.Una donna vissuta tra la fine del Medioevo e l’inizio del Rinascimento è stata Musa ispiratrice di questa ricerca. Si tratta di Caterina Sforza (1463-1509), figura straordinaria per la sua capacità di essere donna, astuta, saggia, desiderosa di apprendere e curiosa di scoprire i segreti della natura. Avvolta da un fascino misterioso, ancora oggi si sente la necessità di indagare alcuni dei suoi interessi, talora sorprendenti, come il cibo. Cosa avremmo potuto trovare nelle meravigliose tavole imbandite degli Sforza, tra la fine del Quattrocento e l’inizio del Cinquecento? Esistevano dolci nel Medioevo e nel Rinascimento? Per rispondere proponiamo un viaggio attraverso 50...
Ho camminato sulle parole stanche della sera vuole essere un metafora per prendersi cura di noi stessi, ma soprattutto per non mentire a noi stessi. In questo anno, dove le priorità esistenziali sono diventate altre, hanno oltrepassato il muro immaginario invisibile che separa le persone – un muro fatto di gesti, parole e silenzi, di incomprensioni – è stato per me necessario stendere questi appunti, restando abbracciato ai sentimenti veri che nutriamo verso gli altri, grazie ai quali vinciamo l’egoismo e il cinismo che ci perseguitano e smontiamo l’ingranaggio, complicato e complesso, costruito per la paura di soffrire.
Quando nella vita si chiude una delle pagine che ci hanno offerto per sempre l’esperienza della felicità e il deserto pare il solo orizzonte del nostro destino, può sembrare che la resa sia l’unica soluzione. Ma anche può accadere che la parola ci salvi, specie quella della poesia, capace di ricostruire, a dispetto delle cadute, il senso del vivere.Così avviene in questo libro, meglio in uno dei suoi percorsi centrali, nel quale la fine di un amore diventa occasione di una intensa, multanime ricerca intorno al significato del vivere, perché la vita non sia abbandono, finire di tutte le cose che pur la rendono bella, smarrimento della nostra persona nel lago oscuro di un dolore inerte: il viaggio...
Il rigore della sfida assunto a termometro con cui si misura il cammino della vita. Un duro principio che si applica anche nell’arte – nella molteplicità delle sue forme – dalla più raffinata alla più semplice.Scrivere racconti nell’inflessibile forma scelta da Sonia Cavaleri per il suo primo ingresso nel mondo dell’editoria significa proprio accettare “la sfida”. Armata di una penna attenta e ironica intinta nella poesia che le abita il cuore, l’autrice trova nella sfida stilistica del racconto in 100 parole la sua arma prediletta. Pulire, semplificare e togliere il superfluo, l’inutile, l’arzigogolo, l’abbellimento le consente di arrivare alla nuda e scabra verità di ciò che la circonda e la emoziona.E senza...
Scrive Giulia Menolascina, in una sua singolare dichiarazione poetica: «Scrivere poesie è avvicinarmi alla narrazione per immagini di cui è fatta l’anima (e i sogni che ce la rendono manifesta di notte) e, quindi, alla fonte originaria alla quale apparteniamo cioè l’Anima Mundi, è imparare a “parlare” nella sua lingua, la lingua “madre”. È ritrovarsi, spento il chiacchiericcio mentale, in uno stato dell’essere nel quale si fa esperienza del mondo con attenzione e presenza totali, si diventa testimoni e, lasciando che ciò accada, si assiste alla nascita del “pensiero del cuore” (come l’ha chiamato J. Hillman) o “mente poetica” (come la chiama Selene Calloni Williams) in cui si avverte, attraverso tutti i sensi,...
Così in una sua nota di apertura Marco Gaudenzi ci presenta il suo Cattolica e la Romagna: «In questo mio libro, scritto da un neofita, ho raccolto tutti gli articoli scritti in tre anni sul Blog dell’Hotel, partendo dalla storia del nostro albergo Lungomare, per poi concentrarmi su Cattolica, spaziare sull’entroterra dei castelli e dei borghi, tornare poi sul Mar Adriatico a raccontare le leggende e i miti marinareschi, e la nascita della marineria e del turismo romagnolo. Mi sono concentrato anche sul racconto dei personaggi romagnoli che mi hanno colpito di più, a partire dal grande Tonino Guerra fino ai più recenti personaggi, come Samuele Bersani, un grande cantautore cattolichino. Per finire ho raccolto una...
In una sua nota introduttiva, così Daniele Gualdi legittima la nascita di Che belli erano i film!: «Ho scelto di scrivere questo libro in forma di racconto per restituire al lettore non solo vicende, ma anche sensazioni, atmosfere e aneddoti, che – pur contestualizzati nel tempo in cui sono avvenuti – siano altro da una narrazione cronologica della storia del Centro Cinema Città di Cesena, già scritta in occasione del trentennale della sua istituzione. Non avendo la pretesa di raccontare tutto ciò che è accaduto nel decennio 2002-2011, ho cercato di privilegiare ricordi e accadimenti più legati al mio vissuto: proprio perché personali, non fanno parte della storia ufficiale. Inoltre mi sono soffermato su alcuni...
In un passaggio della sua introduzione, scrive Milena Magalotti: «L’individuo nasce nella relazione e vive nella relazione, si comprende nella relazione. Questo libro è il racconto delle riflessioni e dei pensieri che sono emersi grazie alle relazioni ed ai dialoghi fecondi con i miei compagni di viaggio come famigliari, amici e pazienti, in questo periodo drammatico che ha aggiunto dolore al dolore, fatica alla fatica, ma che può anche rappresentare una grande opportunità per l’individuo e la collettività di ripensarsi, imparare, crescere e maturare».
Nella nota introduttiva, così l’autore motiva la sua intenzione d’arte: «Entrare per un attimo in un giorno qualunque della vita di un altro – scrittori, scienziati, uomini d’arme, filosofi… – nomi conosciutissimi accanto ad altri a cui i libri di storia non dedicano più di una riga. […] Provare a immaginare qualcosa dei loro pensieri, delle emozioni e degli affetti, poi uscire dalla loro vita così come vi ero entrato, in punta di piedi, con rispetto e riconoscenza. Nel farlo, forse un po’ di presunzione, ma anche l’idea che fosse un modo di esprimere gratitudine per quello che sono stati, e farceli sentire di nuovo vicini. Come unica regola, che il racconto durasse una pagina sola di un taccuino – un moleskine...
Antichi villaggi della Romagna d’Appennino in un recupero coinvolgente di uomini e donne, di tradizioni e mestieri, di culture e di passioneCon tante fotografie a coloriPietrapazza: un paese che non c'è più, una parrocchia estinta. Un territorio della montagna romagnola ai confini con la Toscana, ora incluso nel Parco Nazionale delle foreste casentinesi, monte Falterona e Campigna. Il territorio è costituito da una successione di alture impervie, di valli strette, crinali, greppi, affioramenti di pietra arenaria, estesi boschi, fossi precipitosi, e laggiù il fiume, il Bidente, che vi ha la sua sorgente e lo attraversa per tutta la lunghezza. È un paesaggio dominato dalla natura, ma chi ne percorre i sentieri non...
Né storia né cronaca... Scrivere un libro avente come argomento una città può considerarsi quanto meno pretenzioso, ma se si vive in un centro abitato, che si possa definire tale, le strade, le case, i negozi diventano prolungamenti del proprio modo di essere... una sorta di grande e amichevole atrio di casa. Faenza, per l’autrice, è come l’amica con la quale si ha a volte un rapporto complicato ma con cui esce sempre volentieri. Le storie che raccontano le sue strade o i suoi palazzi storici equivalgono ai racconti con i quali le zie la intrattenevano negli anni dell’infanzia e della primissima adolescenza, evocanti vicissitudini e figure delle quali lei si sentiva figlia. Faenza stessa, nella sua totalità, le...
Un viaggio nella storia di Cesena: questo è quello che ci propone Paolo Turroni in questo volume, che idealmente chiude la sua trilogia cesenate, comprendente i testi sulla Biblioteca Malatestiana e sulla festa di San Giovanni. Si tratta di un viaggio molto diverso dai precedenti, che pone lʼattenzione alle pagine più oscure della storia cesenate. Crimini, delitti, violenze di ogni tipo aspettano il lettore che voglia scoprire il passato più tenebroso della città a forma di scorpione. Inizando da un famosissimo lancio di dadi percorrerete duemila anni di storia, passando per la peggiore strage della storia cesenate, il sacco dei Bretoni del 1377, per la dominazione malatestiana, lungo lʼetà pontificia, fino agli...
Il primo volume di “Cesena di una volta”, pubblicato quasi per scommessa un anno fa, ha suscitato interesse e curiosità oltre le nostre stesse aspettative. I cesenati, e non solo loro, lo hanno comprato, letto, commentato, comunicandoci il gradimento per questa iniziativa di divulgazione di storia (e storie) della nostra città. Abbiamo quindi deciso di tentare il bis, questa volta invitando al tavolo dei ricordi molti dei lettori stessi che ci seguono, e che hanno arricchito questo secondo volume con articoli scritti da loro, o ricavati dalle informazioni che ci hanno fornito. Ne è uscita una gradevole carrellata di “quadri” che descrivono Cesena attraverso aneddoti lontani tra loro nel tempo, ma tutti volti a...
C’è stato un tempo non lontano in cui le città della Romagna, e più di tutte Faenza, rappresentavano la più grande preoccupazione per le Autorità nazionali per la diffusa delinquenza e per l’efferatezza dei delitti che vi venivano compiuti. Ne discutevano in Parlamento e i Governi ammassavano poliziotti e carabinieri, a volte anche l’esercito. Era la seconda metà dell’800, nei decenni di transizione fra Stato Pontificio e Unità d’Italia, c’erano il brigantaggio, gli accoltellatori, le rese dei conti con la saracca e l’archibugio: era facile che si riproponesse nell’opinione pubblica nazionale lo stereotipo antico dei romagnoli violenti, faziosi, settari, perfidi e traditori; ma sul finire del secolo Olindo...
Nella sua nota al lettore, Alessandro Soldati avverte: «Quello che hai in mano non è un romanzo sugli aeroplani e sugli aviatori che ci stanno dentro. Se cerchi dettagli tecnici, descrizioni minuziose di manovre ardite, coni di scarico che sputano fiamme e, soprattutto, se cerchi gente risoluta, pronta ad accogliere il destino sparandogli un missile sui denti, credo che finirai per rimanere deluso. Io ho preferito raccontare gli uomini e le donne che stanno “dentro” agli aviatori. […]. Visti da fuori hanno un certo fascino eroico per chi li apprezza, mentre sono stupide macchine da guerra per chi li detesta. Ho avuto l’onore ed il privilegio di essere uno di loro, perciò non cado in nessuna delle due...
“Mio figlio si riconosce in fretta, è quello più bravo di tutti”. Il padre che vede nel figlio campione una possibile fonte di guadagno, la madre che affida al figlio il compito di tenere alta la bandiera della famiglia. Padri che pagano al figlio un premio-partita di 20 euro per ogni gol che fa. Nonni che al pomeriggio curano personalmente il ripasso dei fondamentali col nipotino. Madri che impazziscono se il loro piccolo non ha bevuto l’integratore, che chiedono all’allenatore quando ci sono le udienze e se è possibile togliere il loro pargolo dalla barriera durante le punizioni della squadra avversaria. Un campionario che sembra surreale, se non fosse che è tutto vero. Mio figlio è un fenomeno è il risultato...
Pagine 104Le imprese memorabili e i personaggi esilaranti della più celebre figura della Romagna, nella sua grullaggine e nel suo esibizionismo… Senza escludere il bello delle donne, così spesso espresso dalla parola più diffusa e terragna delle province romagnole. Un libro straordinario, sapido e divertente, ricco di personaggi indimenticabili.Indice del volumeIl “pataca” come figura dello scimunitoIl “pataca” incapace di leggere la situazione Il “pataca” come sventurato Il “pataca” sbruffone innocente Il “pataca” esibizionistaIl “pataca” estetaIl “pataca” politicoIl “pataca” spiritoso mancato Il “patacnèt”Un’evenienza eccezionale: la “pataca”La “patacaggine” come difesa e bisognoIl pataca e la discrasia...
Faventia, per gli antichi, oggi Faenza, la città sul Lamone, le cui origini si perdono nella mitologia, ha una storia lunga millenni. Nei suoi pressi si sono combattute battaglie delle guerre civili della tarda Repubblica romana, della guerra greco-gotica. Ha subito l’assedio di Federico II di Svevia e i saccheggi dei bolognesi e dei bretoni e ha scritto – resistendo per mesi alle forze del Borgia – una delle pagine più gloriose dell’intera storia di Romagna. È stata, sotto i Manfredi, una delle capitali dell’Umanesimo romagnolo. Ha visto camminare per le sue strade il grande Leonardo da Vinci ed è, da sempre, famosa in tutto il mondo per le sue magnifiche ceramiche. Tutto questo e tanto altro è noto. Questo...
La storia e le vicende ravennati sono state affrontate da tanti autori e ricercatori, e anche sui misteri più curiosi e nascosti sono state redatte pagine su pagine. Ma Ravenna ha una storia lunga tremila anni; è stata tre volte capitale; dopo il momento di massimo splendore concentrato tra l’età antica e il medioevo, ha vissuto lunghi periodi d’ombra nei quali ancor meglio sono potuti allignare eventi e situazioni oscure; da secoli, da ogni parte del mondo, qui giungono visitatori cercandovi e trovandovi suggestioni rare. È una città che ha vissuto e vive il mare, pure tra i capricci della linea di costa che hanno fatto sì che il mare si sia allontanato di miglia; che ha accanto a sé i più vasti boschi della...
Pagine 336Sappiamo bene come gli orizzonti insieme tenebrosi e solari dell’immaginario collettivo rappresentino il grande deposito di ciò che siamo nelle profondità più remote dell’io: vi hanno spazio fiabe, credenze, miti, religioni, l’essenza più segreta dei singoli e delle comunità, svelando i sogni e le speranze, le angosce e i terrori, le attese e le cose bramate e più in generale una parte fondamentale della cultura popolare. Avviene così che streghe e folletti, draghi e lupi mannari, dèmoni e angeli, la Borda e il Mazapégul, le caverne oscure, l’intrico di foreste tenebrose, la vastità di paludi perdute in chissà quale mare di nebbie costituiscano le lettere di un alfabeto utile a scrivere la nostra storia...
Il libro racconta la straordinaria esistenza di Caterina Sforza, che il destino portò a farsi signora di Forlì e Imola, e insieme ricostruisce la trama complessa della politica italiana di quegli anni, tra gli intrighi e i tradimenti che si perpetrarono nelle corti signorili del tempo. Al centro, naturalmente, l’impavida signora di Forlì e Imola, rappresentata nei suoi amori molteplici, nei suoi odî indomabili e nelle sue sanguinarie vendette, infine nel suo valore guerriero, dimostrato in particolare nella difesa eroica della rocca forlivese di Ravaldino contro il Valentino: un “antico valore” che certamente le veniva da Muzio Attendolo Sforza, l’avo venuto da Cotignola a memorabili imprese.